Descrizione
Palazzo Sforza Cesarini
Elemento di cerniera tra il borgo medievale e il tessuto urbano esterno, Palazzo Sforza Cesarini rappresenta uno dei monumenti più significativi della città, a cui è annesso un incantevole parco, l’unico all’inglese che si possa ammirare nel panorama limitrofo.
Il palazzo ducale di Genzano è il fondale dell’asse centrale delle Olmate, il polo principale progettato dai Cesarini, sul quale venne organizzata la geometria della struttura viaria seicentesca. L’evoluzione storica dell’edificio coincide con la differenziazione progressiva dall’originario Borgo medievale, fino ad imporsi come espressione di un nuovo potere civile, quello della famiglia Cesarini, che acquistò il borgo nel 1564, promuovendo lo sviluppo sociale ed urbanistico, attraverso un moderno Statuto e un innovativo piano di disegno urbano. Palazzo Sforza Cesarini ha rappresentato, dunque, insieme alla Chiesa di S. Maria della Cima, un elemento di cerniera tra il borgo medioevale e il sistema urbano esterno, organizzato sulla base delle Olmate, viali alberati rettilinei a forma di tridente.
Fino al tempo di Giuliano Cesarini (1491-1565), il Duca che acquistò il Feudo di Genzano, il Palazzo era collocato alla destra (guardando la facciata) dell'attuale portale d'ingresso, sfruttando le strutture del recinto fortificato. Giuliano Cesarini fece ampliare il precedente organismo architetonico attraverso l'acquisto di alcune case attigue. Il nuovo fabbricato, nel cui progetto risulta coinvolto l’architetto Francesco Peparelli (1585-1641), era sprovvisto del secondo piano e di parte dell'ala sinistra, verso il Lago di Nemi.
Un'immagine, seppur sommaria, di quello che doveva essere l'aspetto del palazzo dopo questi interventi, si deduce dall'incisione di Gregorio Tomasini del 1664, e dalla tavola di Domenico Jacovacci del 1658 ca. allegata al manoscritto originale conservato presso la Biblioteca del Palazzo Chigi di Ariccia.
Agli inizi del Settecento si completa il processo di affrancamento dall'originario nucleo medievale. Viene realizzata, infatti, la nuova facciata mediante l'aggiunta di un ulteriore corpo di fabbrica verso il lago, rendendola simmetrica rispetto al portale d'ingresso. Il palazzo viene, inoltre, sopraelevato di un piano, accentuandone la sproporzione rispetto alle casette contigue medioevali. Il principale artefice di questa operazione è l'architetto Ludovico Gregorini (1661-1723), figura piuttosto popolare nell'ambiente romano, al servizio della famiglia Cesarini fino alla sua morte. Questi firma i progetti e la direzione lavori della fabbrica di Genzano, avvicendato poi dal figlio Domenico Gregorini (1692 - 1777), che continuerà i lavori fino al completamento della facciata. Ludovico Gregorini raccoglie e sviluppa l’interesse per un’accentuazione monumentale del motivo centrale, anche in considerazione che lo stradone olmato ne avrebbe esaltato il valore.
Nell'Ottocento, imponenti lavori di ristrutturazione vengono condotti, dal 1846 circa fino al 1857, dall'architetto Augusto Lanciani (1810-), con la commitenza dei giovani nobili coniugi Duca Lorenzo Sforza Cesarini (1807-1866) e Duchessa Caroline Shirley (1818-1897), chiudendo il lungo ciclo storico evolutivo dell'organismo architettonico del Palazzo Ducale di Genzano. Gli stessi Duca Lorenzo e Caroline realizzano, nello stesso periodo, il magnifico giardino romantico all'inglese, nell'area che scende fino alle sponde del Lago di Nemi, sulla parte destra del Palazzo.