Descrizione
Si tratta di una elegante composizione scultorea in travertino e bronzo che accoglie le lapidi dei caduti della Grande Guerra (poi anche della seconda Guerra Mondiale), in origine pensata come un faro su un'asta portabandiera in bronzo. Un modello ispiratore fu sicuramente il monumento-faro al Gianicolo di Manfredo Manfredi (1859-1927), del 1911, proiettante luci bianche, rosse e verdi. Fino a qualche decennio fa, sulla sommità del palo era ancora collocato il faro, la cui luce che doveva essere visibile, nelle intenzioni dell'autore, fin dalla costa tirrenica.
Il tema dei monumenti ai caduti, spesso poco indato, è stato al centro di una vera e propria monumentomania che si propagò in Italia intorno agli anni '20 del '900 e che poi, dopo il ventennio fascista e la seconda Guerra Mondiale, finì nel dimenticatoio. Eppure i moltissimi monumenti ai caduti sparsi sul territorio italiano hanno rappresentato un momento di riconoscimento nazionale ricordando nomi, storie di persone e di intere famiglie che hanno versato il proprio tributo di sangue ad una delle tragedie più immani di cui è stato capace il genere umano nel corso del '900. Veri e propri "Luoghi della memoria", la loro indagine può essere un tassello molto significativo per ricostruire un momento particolare della memoria collettiva, caduta troppo presto nel dimenticatoio.