Descrizione
La relazione tra piazza e strada è marcata dalla presenza della fontana di S. Sebastiano. Il monumento di maggior rilievo è sicuramente Palazzo Jacobini , fatto costruire da Giovanni Jacobini nel 1707. La sua estensione è di circa 200 metri in lunghezza, e 12 in larghezza ed è contraddistinta dalla presenza di palazzetti in linea di due o tre piani al massimo. Rispetto a via Livia, asse centrale del sistema urbanistico realizzato dai Cesarini, via Sforza è più domestica, quasi esclusivamente residenziale. Questa sua dimensione è marcata dalla mancanza di una conclusione scenografica verso le Olmate. Soltanto agli inizi dell’800 si decise di sistemare il punto finale dell’olmata, con una fontana in peperino su una gradonata di raccordo.
L’ultima guerra ha segnato profondamente la struttura di via Sforza, tanto che essa non ha mantenuto il suo originario tessuto edilizio, così come invece accaduto a via Livia (oggi via Belardi). Questo non toglie che ci siano edifici di rilievo storico architettonico che presi singolarmente superano il valore di quelli presenti in via Livia. Primo tra tutti, Palazzo Jacobini sopracitato.
La storia
Via Bruno Buozzi è il secondo tracciato del tridente sei - settecentesco voluto dai Cesarini, ma ha svolto un ruolo secondario rispetto a quello di Via Livia e a quello, ancora precedente, dei Cappuccini.
Via Sforza deve il suo nome a Federico Sforza (1651-1712), marito di Livia Cesarini.
Ludovico Gregorini (1661-1723), architetto all'epoca coordinatore dei lavori urbanistici per conto degli Sforza Cesarini ha armonizzato i diversi interventi su via Bruno Buozzi imprimendo allo spazio urbano valori architettonici omogenei.
La presenza tecnica e la volontà di omogeneità degli Sforza-Cesarini è confermata dalle scelte dalla presenza di un meccanismo burocratico attraverso cui il duca, in questo caso Federico Sforza, rilasciava il permesso (concessione o patente) concedendo gratuitamente il sito per fabbricare a colui che ne faceva richiesta, a condizione che venisse rispettato il disegno dell’architetto preposto dalla casa Sforza Cesarini..
Questo meccanismo ha consentito all’edilizia storica del tridente, soprattutto Via Livia, Via Sforza e l’inizio di Via dei Cappuccini, di esprimere un paesaggio urbano omogeneo, pur con i suoi accenti, le sue pause, i suoi ritmi.